Secondo una ricerca realizzata nel corso del 2016 da Xerox HR Services, dal titolo “Working Well: A Global Survey of Workforce Wellbeing Strategies”, se un’azienda vuole avere successo, deve concentrare il proprio programma di benessere sull’aumento della produttività del personale. L’aumento della produttività, al quarto posto tra le priorità del 2014, ha infatti raggiunto la testa della classifica di quest’anno superando altri obiettivi come l’engagement del personale, ma anche l’attrazione e il mantenimento di nuovi talenti.
“Collegare direttamente il benessere alla produttività è stata un’evoluzione”, ha dichiarato Philia Swam, Manager Health, Wellness and Group Benefits di LafargeHolcim, cliente di Xerox Services. “Nelle prime fasi delle nostre iniziative dedicate al benessere, abbiamo lavorato per garantire un miglioramento partendo da una prospettiva puramente rivolta alla salute, arrivando a osservare un regolare aumento della partecipazione al nostro programma di cure preventive. Ora gli indici statistici della produttività sono in aumento: ne è un esempio la riduzione dei giorni di congedo per invalidità richiesti”.
Il benessere va oltre la salute di una persona e include anche gli aspetti fisici, mentali/emotivi e finanziari di una persona, ciascuno dei quali può avere un impatto negativo sulla produttività del dipendente. Le aziende stanno quindi definendo le rispettive iniziative in quest’ambito, riconoscendo in particolare gli effetti negativi provocati di un ridotto benessere finanziario; per due terzi degli intervistati, infatti, questo ha causato una diminuzione della produttività, mentre la metà dei rispondenti alla ricerca parla di crescenti assenze dal lavoro dovute a preoccupazioni di natura finanziaria.
“Dipendenti sani e produttivi sono la linfa vitale di ogni azienda”, ha commentato John Gentry, presidente di Xerox HR Services, azienda che da sempre si impegna a favorire un ambiente di lavoro inclusivo, all’interno del quale ciascuno possa dare il proprio contributo e affermarsi in tutti i livelli aziendali. “In passato, l’equivalenza ‘lavoratore sano uguale lavoratore produttivo’ era considerata poco più di una teoria. Oggi invece, grazie al contributo di dati aggregati e analytics, il ROI generato è nettamente più forte”.
Creare una cultura del benessere
Se solo il 33% degli intervistati afferma di possedere una solida cultura del benessere aziendale, l’83% aspira a costruirla in futuro. Il 74% di coloro che hanno partecipato al sondaggio considera le iniziative di benessere aziendale come un elemento importante della value proposition offerta dall’azienda ai dipendenti, in grado di supportare le politiche di assunzione e mantenimento dei talenti in azienda.
Il sostegno della leadership è essenziale per cambiare la cultura; nel 2016, il supporto dei leader è stato citato dal 52% degli intervistati, contro il 43% del 2014. Per quanto riguarda invece il supporto dal basso, il 92% dei rispondenti alla ricerca ha evidenziato il contributo degli ambassador locali a sostegno di una cultura di benessere.
“Il nostro programma di benessere e la nostra attenzione alle cure preventive godono del totale sostegno da parte della leadership, sin dal gradino più alto”, ha proseguito Philia Swam. “Salute e sicurezza sono i nostri valori di riferimento, nonché la summa di tutto quello che LafargeHolcim fa, dunque il nostro programma di benessere si collega alla perfezione. Allo stesso tempo, godere del sostegno della leadership ha significato poter disporre di dati utili e poterli impiegare in modo tale da avere un riscontro diretto e positivo sulla nostra forza lavoro, senza limitarci a raccomandare un generico programma di benessere aziendale”.
Cresce l’interesse nei confronti del benessere finanziario
Lo sviluppo di una cultura del benessere sta diventando sempre più personale e include anche attività di supporto ai dipendenti per aiutarli a gestire le loro finanze. La ricerca, infatti, ha rivelato che quasi tutti i partecipanti offrono programmi per la sicurezza finanziaria e la preparazione al pensionamento (92%) e programmi per la formazione e le competenze in ambito finanziario (91%).
Programmi di questo tipo sono in netta crescita, con il 24% delle imprese che li propongono da circa un anno e un altro 39% che ne ha implementati negli ultimi due-cinque anni.
“Le aziende stanno promuovendo una vera cultura del benessere, pur riconoscendo che vi siano ostacoli alla sua completa realizzazione, come le differenze culturali, normative e pratiche, oltra all’attuale carenza di una supervisione globale della strategia finanziaria o della salute”, ha concluso John Gentry. “Ciononostante, questi temi appaiono meno problematici quando si parla di strategie finanziarie globali, dunque per le aziende è più semplice implementare programmi globali per il benessere finanziario”.