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    Solo il 15% dei retailer a livello globale dispone di supply chain prescrittive o autonome

    Di Redazione Top Trade09/07/2020Lettura 5 Min
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    Una ricerca condotta da Blue Yonder in partnership con WMG, Warwick University rivela che i retailer dipendono eccessivamente da fogli di calcolo e processi legacy, ma intendono adottare AI e Machine Learning per disporre di strategie di pricing e pianificazione in tempo reale

    supply chain

    La maggior parte dei retailer a livello globale si trova ancora in una fase iniziale di adozione della supply chain digitale: lo rivela una nuova ricerca di Blue Yonder e WMG, University of Warwick. Lo studio Retail Supply Chain Digital Readiness (scaricalo qui) ha esaminato le supply chain di 104 retailer globali, evidenziando che solo il 15% dispone attualmente di supply chain prescrittive o autonome (Livello 3 e Livello 4 su una scala da 1 a 4). Ma l’indagine rivela anche che i retailer sono interessati a intraprendere un percorso di digital transformation. Infatti, oltre la metà (61%) degli intervistati ha dichiarato di voler implementare una supply chain prescrittiva o autonoma entro il 2025.

    Processi di demand & replenishment manuali rallentano i retailer

    La ricerca mostra che i retailer non sono in grado di reagire ai cambiamenti della domanda in tempo reale. Solo l’8% dei processi di pianificazione della domanda risulta aggiornato in real time. Per questa attività, oltre un quinto (22%) dei retailer utilizza attualmente fogli di calcolo, ma quasi tre quarti (74%) desidera passare alla tecnologia prescrittiva o autonoma nei prossimi cinque anni.

    Oggi gli stock necessari per operare in modalità omnicanale vengono di fatto gestiti da più della metà (61%) dei retailer secondo una logica non integrata e impostata su singolo canale. Tuttavia, il 75% degli intervistati desidera raggiungere la piena capacità omnicanale nei prossimi cinque anni. Il 41%, inoltre, mira a utilizzare l’IA per valutare le ubicazioni di magazzino ottimali per ogni transazione. Nonostante il 25% utilizzi ancora i fogli di calcolo per gestire l’analisi del replenishment, i retailer sono consapevoli della necessità di un approccio più evoluto e innovativo. Infatti, quasi la metà (46%) sta pianificando di avere processi di riordino completamente autonomi nell’arco dei prossimi cinque anni.

    Strategie di pricing troppo statiche

    La survey rivela che nell’ambito della definizione dei prezzi, la maggior parte dei retailer lavora con un calendario promozionale statico, e solo il 13% è in grado di ottimizzare i prezzi in modo dinamico. Attualmente, per le promozioni solo l’11% degli intervistati prende in considerazione fattori diversi come scorte, margine e scarti, mentre quasi la metà (46%) ritiene che sarà in grado di farlo entro cinque anni. Attualmente solo l’11% utilizza l’intelligenza artificiale per markdown e promozioni; tuttavia, il 43% dichiara che la utilizzerà entro cinque anni.

    Pianificazione finanziaria e strategia devono diventare più trasversali e in real time

    I retailer sanno di dover includere metriche chiave come il valore degli stock e la marginalità per la pianificazione finanziaria e la strategia. Attualmente, solo l’11% dei retailer ha le capacità per farlo, mentre il 40% ha in previsione di implementare questo approccio entro il 2025. Nell’ambito della pianificazione finanziaria e della strategia, i retailer desiderano passare da un approccio statico a uno in tempo reale. Oggi, solo il 7% possiede questa capacità, ma il 36% ha fissato questo ambizioso obiettivo per i prossimi cinque anni.

    Jan Godsell, Professor of Operations and Supply Chain Strategy, WMG, University of Warwick, ha dichiarato: “Il settore del retail è tradizionalmente molto dinamico, ma per l’impatto del COVID-19 sta attraversando un periodo particolarmente difficile. In questo momento, è fondamentale per i retailer essere in grado di gestire più fattori e imprevisti lungo tutta la supply chain in tempo reale. Al momento, tuttavia, un’eccessiva dipendenza dai processi manuali impedisce a troppi retailer di essere agili per adattare rapidamente le proprie strategie in tempi brevi”.

    “Come rivela la ricerca, i retailer sanno di dover preparare le proprie supply chain per l’era digitale. Questa consapevolezza li porterà a evolversi, guidati sia da fattori interni, come il cambiamento degli obiettivi organizzativi, sia da quelli esterni, come l’evoluzione della domanda e delle abitudini di acquisto”.

    Wayne Snyder, vice president of retail strategy EMEA, Blue Yonder, ha aggiunto: “I retailer riconoscono che è arrivato il momento di aggiornare le proprie supply chain, perché molti degli strumenti e dei processi attualmente utilizzati non sono più adeguati. Hanno bisogno di colmare il gap digitale, riconoscendo che gestire le supply chain in modo inefficace non solo ha dei costi, ma non soddisfa le esigenze dei clienti. Con l’introduzione di maggiori capacità di analisi e automazione, i retailer saranno in grado di ottimizzare i processi all’interno dell’intera organizzazione e rilevare, prevedere e pianificare in modo più preciso che mai.”

    Metodologia di ricerca

    Questa ricerca è stata condotta da WMG tra marzo e aprile 2020 su un panel di 104 intervistati provenienti da Asia (Cina e Turchia), Europa (Francia e Regno Unito), America Latina (Argentina, Brasile, Colombia, Suriname e Uruguay), Nord America (Bahamas e Stati Uniti) e Oceania (Australia, Tuvalu).

    Per condurre l’indagine, la supply chain è stata suddivisa in 9 processi principali, a partire dai quali è stata sviluppata una griglia di maturità mission-specific per ciascuno di essi. Ai partecipanti è stato chiesto di identificare gli attuali livelli di maturità e i loro obiettivi per i prossimi cinque anni. Questi parametri hanno fornito la base per il calcolo di un punteggio complessivo. La metodologia ha permesso di identificare i modelli di maturità digitale in relazione a obiettivi e gap analysis.

    Supply Chain
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