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    E-commerce: un settore che vale 150 miliardi di euro

    By Redazione Top Trade19/06/2025Updated:19/06/20256 Mins Read
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    Secondo l’ultimo studio di Netcomm e Althesys, l’e-commerce B2B e B2C contribuisce in modo importante alla crescita economica del nostro Paese

    e-commerce

    Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, in collaborazione con Althesys, società indipendente di consulenza strategica e ricerca economica, presentano i risultati dello studio “L’e-commerce crea valore per l’Italia”, che analizza l’intero comparto delle vendite online, con un focus sulla capacità dell’e-commerce di generare ricchezza, benessere diffuso e sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva e distributiva nazionale.

    Dallo studio emerge che l’e-commerce si conferma un motore fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e ambientale dell’Italia. Il settore ha prodotto un impatto complessivo pari a 150,1 miliardi di euro – di cui 88,6 miliardi di euro di valore aggiunto – che equivale al 7% del Prodotto Interno Lordo italiano, registrando una crescita del 6,6% rispetto all’anno precedente. Questo valore si suddivide in tre componenti principali: 58,9 miliardi di euro di ricadute dirette derivanti dalle attività degli online seller; 50 miliardi di euro di ricadute indirette, ovvero l’apporto economico dei fornitori e dei servizi a monte e a valle; e 41,2 miliardi di euro di ricadute indotte, cioè gli effetti positivi sul resto del sistema economico.

    Il moltiplicatore di valore e il ruolo fiscale dell’e-commerce

    Dalla ricerca emerge chiaramente il dato strutturale sul moltiplicatore del valore: ad ogni euro di valore aggiunto generato direttamente dal comparto e-commerce, ne corrispondono tre di benefici per l’intero sistema economico italiano, tra ricadute dirette, indirette e indotte. Si tratta di un indicatore che evidenzia la forte capacità dell’e-commerce di attivare valore lungo tutte le maglie del sistema produttivo, confermando la natura interconnessa e sistemica del commercio digitale.

    Il contributo fiscale complessivo prodotto dalla filiera raggiunge i 44 miliardi di euro, pari al 7,7% delle entrate fiscali italiane nel 2023, confermando il ruolo determinante dell’e-commerce nel sostenere la spesa pubblica e il benessere collettivo.

    Lavoro e filiera: un sistema che integra fornitori, seller e servizi

    L’e-commerce e la sua filiera hanno coinvolto direttamente e indirettamente 1,8 milioni di lavoratori in Italia compreso l’indotto, in crescita del 15% tra il 2022 e il 2023, e pari al 6,8% degli occupati in Italia, e hanno contribuito a generare un totale di 40,3 miliardi di euro di salari lordi nella sola filiera (+13,8% rispetto al 2022). Di questi, 1,17 milioni di lavoratori sono impiegati direttamente nella value chain del commercio digitale: 310.000 nei comparti dei fornitori, 542.000 tra retailer, brand e marketplace, e 319.000 nei servizi di logistica, consegna e pagamento.

    La creazione di valore è ben distribuita tra le diverse fasi della filiera. La componente a monte – che comprende fornitori di servizi informatici, consulenza, marketing e componentistica – ha generato 35,5 miliardi di euro, pari al 23,7% del valore complessivo. La fase centrale, costituita dagli online seller, ha prodotto il maggior impatto con 79 miliardi di euro, pari al 52,6% del totale. Infine, la fase di supporto alle attività di vendita online, come logistica e pagamenti digitali, ha generato 35,6 miliardi di euro, corrispondenti al 23,7%. Questi dati dimostrano la natura estesa e inclusiva dell’e-commerce, che attiva risorse, competenze e investimenti in comparti eterogenei e complementari.

    E-commerce: benefici per consumatori e lavoratori

    Dal lato dei consumatori, i dati evidenziano che nel 2024 il 44,3% degli italiani sopra i 14 anni ha effettuato almeno un acquisto online, con un aumento di dieci punti percentuali rispetto al 2019. Il commercio elettronico ha consolidato il proprio ruolo non solo per il risparmio di tempo e l’ampiezza dell’offerta, ma anche per la trasparenza e la competitività dei prezzi.

    Dal punto di vista del capitale umano, il settore sta contribuendo in maniera significativa alla qualificazione del lavoro, attraverso l’adozione di contratti collettivi nazionali, la formazione continua e programmi aziendali di upskilling digitale, che stanno promuovendo l’innovazione dei profili professionali e la resilienza dell’occupazione lungo tutta la filiera.

    Sostenibilità: la spinta del second hand e della logistica green

    L’e-commerce sta assumendo un ruolo guida anche nella promozione di modelli di consumo circolari e sostenibili. L’introduzione di soluzioni logistiche a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici e il packaging riciclabile, ha contribuito in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2. Oggi, la maggioranza degli imballaggi utilizzati nella logistica e-commerce è costituito da cartone ondulato, e l’Italia si sta già preparando al raggiungimento degli obiettivi del nuovo Regolamento UE 2025/40, che prevede il 40% di packaging riutilizzabile entro il 2030.

    Dichiarazioni

    “L’e-commerce è oggi uno dei settori più dinamici e ad alto potenziale dell’economia italiana: il digitale equivale al 7% del PIL nazionale, con ricadute positive e crescenti su occupazione, innovazione e sostenibilità del sistema fiscale. Le imprese mostrano potenziale di crescita, resilienza e capacità di reagire anche nei momenti più critici, grazie a modelli collaborativi e a un forte lavoro di rete. Il concetto stesso di rete del valore è dimostrato dall’andamento aggregato di questi ultimi dieci anni: il sistema crea crescita al di là delle fluttuazioni di breve periodo. L’impresa singola si rafforza proprio perché è parte di una filiera strutturata e interconnessa, che tiene insieme competenze, occupazione, fiscalità, export e innovazione”, commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Questo settore ha bisogno di politiche pubbliche che sostengano strategicamente un ecosistema capace di produrre valore e di creare un contesto che favorisca l’export, proprio in un momento in cui la rete del valore consente di adattarsi agilmente alla rapidità con cui mutano le nuove barriere. La vera sfida è quella della digitalizzazione delle PMI, che rappresentano il cuore del nostro tessuto imprenditoriale. Dobbiamo formarle, accompagnarle e farle crescere, anche sul mercato internazionale.”

    “I risultati dello studio di Netcomm in collaborazione con Althesys evidenziano non solo che l’e-commerce è un settore molto dinamico che continua a crescere, ma anche che porta ricadute diffuse sul sistema socio-economico italiano. Benefici per i consumatori, acceleratore della crescita delle PMI, elemento abitatore delle esportazioni, sono alcuni dei fattori che contribuiscono a creare valore condiviso per il nostro Paese. Il comparto costituisce uno straordinario moltiplicatore per l’economia italiana: a un euro di valore aggiunto degli online seller ne corrispondono tre di benefici per il sistema, coinvolgendo quasi il 7% degli occupati in Italia”, afferma Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e Presidente dello Shared Value Institute.

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