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    Materie Prime Critiche: una fonte di ricchezza ancora poco sfruttata

    By Redazione Top Trade27/10/20256 Mins Read
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    I RAEE rappresentano una “risorsa multimiliardaria in attesa di essere valorizzata” ricca di materie prime critiche che potrebbero essere recuperate

    materie-prime-critiche

    In occasione dell’International E-Waste Day 2025, è stato promosso un nuovo Studio che evidenzia come – grazie alla riparazione e al riciclo – sia possibile ridurre la domanda di Materie Prime Critiche (CRM – Critical Raw Materials), limitarne lo spreco, rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento europeo, creare nuovi posti di lavoro e contribuire agli obiettivi climatici.

    In un momento di crescente domanda di Materie Prime Critiche, aggravato da tensioni geopolitiche e rischi di fornitura, il rapporto rivela dati inediti sulla rapida crescita della “miniera urbana” europea dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE): una risorsa dal valore economico e ambientale sempre più rilevante.

    I numeri dei RAEE europei

    L’analisi, che fa riferimento ai Paesi EU27+4, stima che all’interno dei RAEE (come telefoni, laptop, server, cavi, elettrodomestici e altri dispositivi elettronici dismessi) siano presenti annualmente circa 1 milione di tonnellate di Materie Prime Critiche (CRM), metalli e minerali fondamentali per lo sviluppo delle tecnologie verdi, delle infrastrutture digitali e dei sistemi di difesa.

    Il rapporto FutuRaM: tracciabilità e potenziale di recupero

    Il documento, intitolato “Critical Raw Materials Outlook for Waste Electrical and Electronic Equipment”, è stato elaborato dal consorzio FutuRaM, finanziato dall’Unione Europea, in occasione dell’International E-Waste Day. Il rapporto sottolinea come le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) siano centrali per l’economia e la vita quotidiana europea, e presenta dataset completi che tracciano il percorso delle AEE dalla prima vendita al trattamento di fine vita, fino al recupero dei materiali. L’analisi mostra come l’Europa possa recuperare una quota sempre maggiore di queste risorse essenziali migliorando la raccolta, la progettazione e il riciclo dei RAEE.

    Prospettive per il 2050: più rifiuti, più potenziale

    Entro il 2050, il volume complessivo dei RAEE nell’area EU27+4 è destinato ad aumentare in modo significativo: infatti, dalle attuali 10,7 milioni di tonnellate (2022) si passerà a una quantità compresa tra 12,5 e 19 milioni di tonnellate all’anno. L’andamento effettivo dipenderà da quale dei tre scenari evolutivi seguirà l’Europa: business-as-usual, recupero o circolarità.

    Si stima quindi che la quantità di Materie Prime Critiche (CRMs) presenti in questo flusso crescerà da circa 1 milione di tonnellate nel 2022 a un valore compreso tra 1,2 e 1,9 milioni di tonnellate all’anno entro il 2050. In altre parole, anche in un contesto di economia circolare con volumi di rifiuti elettronici stabili, la concentrazione di CRMs in prodotti come pannelli fotovoltaici, caricabatterie per veicoli elettrici e server continuerà ad aumentare.

    A seconda delle politiche adottate, dei tassi di raccolta e dell’efficienza del riciclo, l’Europa potrebbe arrivare a recuperare tra 0,9 e 1,5 milioni di tonnellate di Materie Prime Critiche all’anno entro il 2050. Nello scenario di business-as-usual, i livelli di recupero restano modesti, lasciando gran parte di questa risorsa inutilizzata. Nel caso dello scenario di recupero, gli investimenti in infrastrutture e tecnologie di trattamento avanzate permettono di aumentare i rendimenti, mentre nello scenario di circolarità si raggiungono volumi simili di recupero, pur generando meno rifiuti elettronici complessivi — dimostrando che progettazione, riparazione e riutilizzo intelligenti possono ridurre i rifiuti senza sacrificare il valore dei materiali recuperati.

    Il percorso di circolarità offre un doppio vantaggio: da un lato mantiene i volumi annuali di RAEE intorno agli attuali 10,7 milioni di tonnellate, dall’altro consente di recuperare oltre 1 milione di tonnellate di CRMs ogni anno. Questa stabilità riduce la pressione ambientale, limita il rischio di dispersione di sostanze pericolose e garantisce all’Europa una fonte resiliente di metalli strategici come rame, alluminio e palladio.

    Si evidenzia inoltre l’importanza di concentrarsi non solo sulla quantità di rifiuti elettronici generati, ma anche sull’efficacia con cui l’Europa progetta i prodotti per facilitarne il disassemblaggio, ne gestisce la raccolta a fine vita e li avvia a processi di riciclo avanzato.

    Dove si trovano le Materie Prime Critiche

    Conoscere quali prodotti e componenti contengono le Materie Prime Critiche è il primo passo per poterne recuperare il valore. I CRMs sono presenti in dispositivi comuni: rame in cavi e schede, alluminio in involucri e telai, e metalli del gruppo del platino in circuiti stampati e display.  Piccole ma preziose quantità di palladio, neodimio, disprosio, tantalio, gallio, e altre terre rare vengono utilizzate in prodotti di uso quotidiano come laptop, touch screen, asciugacapelli, trapani elettrici, controller di gioco e dispositivi medici.

    Come l’Europa migliora il recupero delle Materie Prime Critiche

    “L’Europa dipende da Paesi terzi per oltre il 90% delle sue Materie Prime Critiche, ma ne ricicla appena l’1%”, afferma Jessika Roswall, Commissaria UE per l’Ambiente, la Resilienza Idrica e un’Economia Circolare Competitiva. “Serve un vero cambio di mentalità: dobbiamo trasformare la montagna di rifiuti elettronici in rapida crescita in una nuova fonte di ricchezza. Le tensioni geopolitiche, dalle guerre ai divieti di esportazione, mostrano la vulnerabilità dell’Europa. Il riciclo è al tempo stesso una necessità ambientale e una strategia geopolitica”.

    “È difficile immaginare la civiltà moderna senza materie prime critiche,” aggiunge Pascal Leroy, Direttore Generale del WEEE Forum di Bruxelles, promotore dell’International E-Waste Day. “Senza di esse non potremmo costruire batterie, turbine, chip e cavi ossia gli elementi che sostengono il futuro verde e digitale dell’Europa. Sfruttando i nostri rifiuti elettronici, invece del pianeta, possiamo costruire catene di approvvigionamento circolari, ridurre la dipendenza dagli shock globali e garantire i mattoni del nostro futuro.”

    “I rifiuti elettronici europei non sono spazzatura: sono una risorsa multimiliardaria in attesa di essere valorizzata”, afferma Kees Baldé, Senior Scientific Specialist presso UNITAR SCYCLE, coordinatore scientifico del progetto FutuRaM e ricercatore principale del Global E-Waste Monitor. “Ogni chilogrammo recuperato e ogni dispositivo riparato rafforzano la nostra economia, riducono la dipendenza e creano nuovi posti di lavoro. Disporre di dati affidabili è fondamentale per prendere decisioni informate e sviluppare politiche efficaci di gestione delle risorse”.

    “Erion WEEE è da anni impegnato nella realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e informazione rivolte ai cittadini, con l’obiettivo di promuovere e far diventare abituale la raccolta differenziata dei RAEE” dichiara Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE. “Senza il contributo dei cittadini i Consorzi non possono avviare a riciclo i RAEE, e quindi si perde la possibilità di recuperare le Materie Prime Critiche contenute al loro interno. Lo studio FutuRaM evidenzia quanto l’adozione di modelli virtuosi – che prevedano investimenti in infrastrutture, tecnologie di trattamento avanzate e strategie di progettazione, riparazione e riutilizzo intelligenti dei prodotti – possa generare benefici concreti per l’ambiente e per l’economia”.

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