Nel 2025 la protezione dei dati e la cybersecurity sono destinate a diventare sempre più importanti, sia per le aziende che per gli utenti. Le minacce informatiche e gli attacchi alle infrastrutture digitali aziendali sono infatti in costante aumento. Occorre dunque attrezzarsi quanto prima per abbracciare la trasformazione digitale.
Cybersecurity e aziende: i numeri
L’86% delle aziende globali ha già avviato degli interventi strutturati in ambito sicurezza, dimostrando come questa sia oramai una priorità operativa e non più solo tecnica. Lo chiarisce anche l’incremento previsto dei budget dedicati: il 57% delle organizzazioni prevede di aumentare gli investimenti nella cybersecurity entro la fine dell’anno, spesso integrandoli con progetti IT e iniziative di digitalizzazione, come indicato dal 58% dei responsabili aziendali.
Le aziende che raggiungono un maggiore livello di maturità nella gestione della sicurezza ottengono risultati operativi e di resilienza doppi, rispetto ai concorrenti. Questo dato evidenzia un vantaggio competitivo chiaro, non solo in termini di protezione, ma anche di continuità operativa e capacità di innovazione. Le strategie di sicurezza più efficaci si fondano sull’integrazione tra processi, tecnologie e formazione, ponendo al centro la prevenzione e la reattività.
Crescono le minacce informatiche
I cyberattacchi continuano a diventare sempre più sofisticati, evolvendosi grazie alle nuove tecnologie. Le minacce non si limitano più ai malware o ai ransomware tradizionali, ma includono anche l’ingegneria sociale avanzata, le campagne di phishing mirate e gli attacchi che sfruttano le vulnerabilità zero-day. Un “pacchetto” che colpisce non solo le aziende, ma anche gli utenti, ed è una minaccia reale in qualsiasi ambito, compreso il gaming online.
Per fare un esempio concreto, la nicchia del gambling digitale richiede molta attenzione. Quando si cercano giochi famosi come Ocean slot, è necessario iscriversi soltanto presso i siti di gioco regolarmente autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). In caso contrario, il rischio informatico diventa molto serio, così come la sicurezza dei propri dati personali.
Bisogna inoltre fare molta attenzione ai deepfake, ovvero ai contenuti audio e video generati dagli algoritmi AI che imitano perfettamente voce e immagini di una persona reale. Queste tecnologie vengono già impiegate in molti contesti fraudolenti, come la simulazione delle identità per ottenere accessi non autorizzati, o la manipolazione dei
contenuti informativi. Le tecnologie di rilevamento dei deepfake stanno però progredendo, grazie ad alcune soluzioni che analizzano i pattern visivi e i segnali biometrici per identificare i contenuti “sintetici”.
Un altro fronte caldo riguarda ancora una volta l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Il 39% delle aziende ha già integrato i sistemi di AI per il monitoraggio delle infrastrutture IT, sfruttando gli algoritmi in grado di rilevare i comportamenti anomali e di intervenire in tempo reale. L’adozione dell’AI consente di gestire grandi volumi di dati e di migliorare l’efficacia delle risposte agli attacchi, riducendo i tempi di rilevamento e di contenimento delle minacce digitali più pericolose.
Infine, la diffusione delle architetture cloud-native impone un totale ripensamento delle politiche di sicurezza. Le infrastrutture devono essere progettate con una visione integrata, che tenga conto di fattori come la flessibilità, la scalabilità e la protezione dei dati sensibili. Il principio del “security by design” diventa dunque fondamentale in questo contesto.
